La parola EDUCARE, dal latino e-ducere, significa letteralmente tirare fuori, contiene quindi già di per sé la spiegazione di quale sia il vero compito dell’educatore, cioè fare in modo che il bambino realizzi al meglio la sua unicità ed il suo progetto di vita. Questo significa che, al contrario di come un tempo si pensava, il bambino non è un contenitore vuoto da riempire, ma un essere completo, competente, che porta in sé tutta la saggezza della natura e dell’istinto, che sa di cosa ha bisogno e di come ottenerlo.
IL COMPITO DELL’EDUCATORE è quello di favorire la crescita del bambino, predisponendo un ambiente di gioco interessante e rispondente ai suoi diversi interessi e nascenti bisogni, dove abbia la possibilità di SCEGLIERE e dove l’adulto NON SI SOSTITUISCA A LUI, ma lo osservi, lo sostenga ed ascolti i suoi bisogni.
L’INTERVENTO DELL’EDUCATORE deve essere attento, discreto, non giudicante e rispettoso delle scelte del bambino e dei suoi tempi. Pone alcune regole chiare e condivise da tutto il personale educativo che favoriscano l’acquisizione dell’AUTONOMIA del bambino e che piantino dei “paletti sicuri” tra cui orientarsi nella vita quotidiana, nel rapporto con gli altri e nella costruzione della propria identità.
Il nostro PROGETTO EDUCATIVO si fonda sul concetto di centralità del bambino, considerato, come ormai dimostrato dai più recenti studi dell’Infant Research, come soggetto attivo e competente fin dalle primissime ore di vita.
Nel primo anno di vita IL GIOCO serve al bambino per orientarsi nel mondo che lo circonda. Il ruolo dell’adulto nel gioco è assolutamente secondario, dovrebbe infatti “solo” facilitarlo predisponendo spazio, tempo e materiali necessari.
Per questo motivo ASCOLTO ed OSSERVAZIONE sono gli strumenti fondamentali che ci guidano nella scoperta di ogni singolo bambino e che ci forniscono gli elementi necessari per modulare le modalità d’intervento, indirizzare la programmazione, strutturare le proposte e per creare contesti adatti per permettere ad ogni singolo individuo di intraprendere il proprio delicato e personale cammino verso lo sviluppo emotivo, cognitivo, affettivo e relazionale.
È fondamentale in oltre ricordare sempre la PRIORITÀ DEI MEZZI SUL FINE, ovvero che il procedimento è più importante del risultato. Liberato dalla tirannia di un fine a cui attenersi strettamente, colui che gioca è libero di godere di quello che sta sperimentando.
LA PROGRAMMAZIONE viene quindi studiata e costruita attorno al bambino, inteso appunto come individuo attivo, competente e protagonista della propria esperienza, nel rispetto dei tempi, modi e fasi di crescita di ogni singolo individuo.
La programmazione consiste nell’elaborazione degli interventi in funzione delle esigenze di ciascun bambino e nella predisposizione delle condizioni più idonee ad uno sviluppo armonico della personalità.
La programmazione non può quindi essere rigida ma deve essere improntata ad una notevole ELASTICITÀ, sia perché ogni bambino presenta un ritmo di sviluppo diverso da quello degli altri, sia perché in ogni bambino possono insorgere bisogni imprevisti cui è necessario, di volta in volta, ADATTARE IL PROGRAMMA AL BAMBINO e non viceversa!
Quando il bambino viene inserito al nido LE EDUCATRICI si occupano, non solo del suo ambientamento e della sua integrazione nel gruppo, ma accolgono anche i bisogni, le aspettative e le problematiche educative delle famiglie.
Per questo motivo i nostri Nidi offrono uno SPAZIO D’ASCOLTO, confronto e sostegno ai genitori, tenuti dal personale educativo e da figure esterne (quali psicomotricista, psicologo..), per consentire alle famiglie di partecipare attivamente al percorso di crescita dei propri figli ed al fine di realizzare una continuità tra l’esperienza al nido e quella familiare.